Prodotti senza lattosio..ma sono davvero “senza lattosio” ?

Immagine presa dal web

Da diverso tempo, sono stai messi in vendita prodotti ” senza lattosio”, ma è davvero così? Intendo, davvero sono senza lattosio? In realtà se leggete l’etichetta vedrete che il lattosio è comunque presente in forma minore, a volte infinitesimale, ma esiste e per chi ha un’alta soglia di intolleranza, anche quel poco può dare fastidio. Per la maggior parte degli intolleranti i prodotti ad alta digeribilità sono una bella risorsa e sono ben tollerati, ma esistono casi in cui anche quel minimo di lattosio presente può rappresentare un fastidio.
L’intolleranza al lattosio, a differenza dell’allergia al latte vaccino, vede l’organismo reagire in base all’ accumulo di lattosio ingerito e per quanto poco sia, se sommato, provoca tutta una serie di disturbi, che un’intollerante al lattosio conosce bene. Se avete il dubbio che anche voi soffriate di intolleranza al lattosio, leggete l'articolo " Cosa significa essere intolleranti al lattosio "
Cerchiamo di capire perché anche le tracce di lattosio contenute nei delattosati possono causare fastidi in una intolleranza grave.
Mettiamo che io mangi una mozzarella, che sarebbe più giusto definire ” a basso contenuto di lattosio”, che di norma viene prodotta con lattosio inferiore a 0,1 ogni 100 g oppure inferiore a 0,01 ogni 100 g; penserete sia una quantità infinitesimale e in realtà lo è ma… Se aumentiamo la dose di mozzarella a 200 g, poi ci aggiungiamo un bel bicchiere di latte la mattina, biscotti fatti con burro senza lattosio, vediamo che la quantità di lattosio aumenta proporzionalmente, accumulandosi nel nostro organismo.
Per essere ancora più chiara, considerate che 0,1 è ogni 100 ml, quindi la quantità di lattosio sale a 1 g ogni litro di latte a basso contenuto di lattosio. Per molti non sarà un problema, ma se qualcuno ha una soglia molto bassa di tolleranza, anche questi piccoli quantitativi possono essere nocivi.
Quindi la pubblicità che dice ” proprio senza lattosio ” non risulta così vera, alla luce dei fatti, non trovate?
Perfino gli studiosi della EFSA, chiamati a studiare gli effetti dell’intolleranza, non sono riusciti a stabilire dei parametri uguali per tutti; nel loro intervento, essi affermano ( cito )

” la maggioranza degli individui cui è diagnosticata l’intolleranza al lattosio digeriscono fino a 12 g di lattosio in una singola dose (in particolare se è preso con il cibo) senza manifestare sintomi o con sintomi ridotti. Con un apporto di 24 g, invece, si manifestano appieno.
Coloro che hanno solo difficoltà di digestione del lattosio ne tollerano da 20 a 24 g, se distribuito nei pasti della giornata e consumato con altri nutrienti; mentre una soglia di 50 g al giorno in genere comporta la manifestazione dei sintomi, in molti casi severi. Ci sono pochi e piccoli studi con soggetti che maldigeriscono il lattosio e hanno i sintomi con meno di 12 g di lattosio , e in alcuni casi con solo 3 o 5 g.”
Il panel dell’Efsa conclude che non è possibile stabilire a priori una soglia di lattosio tollerabile da chi ha un deficit di lattasi, data la grande variabilità della sensibilità individuale.
Trovate lo studio integrale in inglese seguendo questo link: http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/1777.htm
E se perfino loro si sono arresi all’evidenza che non ci sono limiti di tollerabilità, dubito che possiamo riuscirci noi. L’unica cosa che possiamo fare è prestare attenzione a tutto ciò che mangiamo, leggendo bene le etichette e imparando a misurare le quantità di lattosio che devono essere scritte in etichetta, dalle nuove norme di legge, che potete trovare in questo documento: http://www.europass.parma.it/allegato.asp?ID=900084

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