Le ricette toscane sono la mia base e qui troverete molti piatti della tradizione, con aperture verso sapori nuovi e dolci tutti da provare. Io sono una cuoca, anzi una "cuciniera" toscana doc, con intolleranze al lattosio e al glutine, che mi hanno insegnato a mangiare in maniera diversa senza rinunciare al gusto, così ho sperimentato tante soluzioni diverse, per piatti sempre più buoni, per tutti
Cosa c'è di più semplice e di più delizioso di questi gnocchetti al pesto destrutturato? Velocissimi nella preparazione, sono il piatto ideale per un ospite inatteso o semplicemente per mettere a tavola con gusto i vostri commensali, dopo una giornata stressante al lavoro; nel tempo che impiega l'acqua a bollire, la vostra salsa sarà pronta e non occorrono particolari doti per presentare un piatto decisamente gradevole al gusto e all'aspetto. Vediamo come procedere per preparare i vostri gnocchetti al pesto destrutturato.
Ingredienti per 2 persone:
250 g gnocchetti di patate un mazzetto di basilico 30 g circa di pinoli 50 g pecorino ( sceglietene uno stagionato con basso contenuto di lattosio 1 zucchina chiara sale olio extravergine d'oliva
Se avete del tempo potete preparare da soli i vostri gnocchi di patate, secondo la mia ricetta, ma se avete fretta, gli gnocchi che trovate al banco frigo saranno perfetti. Io prediligo gli gnocchetti, spesso preparati con solo patate e farina, esattamente come faccio io, al contrario di quelli grandi in cui è spesso aggiunto latte ( chissà poi perchè ?!? ) Mettete al fuoco una capiente pentola d'acqua e portate a bollire. Intanto lavate e affettate la zucchina a la julienne ( bastoncini sottili ) e mettetela a cuocere nella pentola d'acqua. Pulite il basilico e affettatelo sottilmente, poi tritate i pinoli grossolanamente ( molto grossolanamente, devono rimanere quasi interi ), tagliate il pecorino a scaglie sottilissime. Appena l'acqua bolle aggiungete il sale e buttate gli gnocchi facendoli cuocere per un paio di minuti ( sono pronti appena arrivano a galla ), quindi scolateli insieme alla zucchina a julienne e conditeli con olio extravergine, il trito di basilico e pinoli e le scaglie di pecorino, amalgamate bene, magari saltandoli per un minuto sul fuoco e servite caldi
Tutto iniziò così, mi chiesero che fai, vieni con noi stasera... No, in realtà questo è l'inizio di una bellissima canzone, ma per me l'inizio dell'esperienza buffet inizia con un corso di finger food seguito lo scorso anno e di cui non ho mai parlato in maniera esaustiva. Quello che è certo che ho avuto due ottimi insegnanti, due chef ( Antonina Latona e Michelangelo Capillo ) che mi hanno trasmesso una piccola parte di quello che sapevano fare e che mi ha permesso poi di specializzarmi nell'organizzazione di catering e buffet. Certamente quando preparo una serata, io metto del mio, ma molto dipende dalla richiesta di chi mi commissiona il buffet, composizione del menù, apparecchiatura e disposizione del cibo, ecc ecc..Quello che è certo è che chi mi chiama per preparare la propria cena, o festa, sa che metto particolare attenzione alle materie prime, perché credo che in questo momento sia molto importante rivalutare la salubrità di ciò che mangiamo, ponendo attenzione al produttore e al luogo di produzione, privilegiando chi usa prodotti bio, rispettando tradizione e territorio. Sono fermamente convinta che una scelta saggia in materia di cibo renda migliore anche il prodotto finale, privilegiando la qualità per avere un gusto migliore, in cui ogni singolo componente viene armonizzato ed esaltato dall'insieme; chi si affida a me, sa che il buffet non è un semplice buffet, ma il risultato di un' armonia tra sapore e salute, tra ambiente e tradizione, tra gusto e immagine. Inizio oggi una nuova serie del blog dedicata ai buffet, mettendo per la prima volta le immagini di quello che abbiamo creato insieme ai nostri chef al corso di finger food, perciò scusate se la presentazione non è curata nel dettaglio, l'attenzione è tutta posta sul cibo e su come possa essere preparato per renderlo adatto ad un finger food party:
Tutto iniziò così, mi chiesero che fai, vieni con noi stasera... No, in realtà questo è l'inizio di una bellissima canzone, ma per me l'inizio dell'esperienza buffet inizia con un corso di finger food seguito lo scorso anno e di cui non ho mai parlato in maniera esaustiva. Quello che è certo che ho avuto due ottimi insegnanti, due chef ( Antonina Latona e Michelangelo Capillo ) che mi hanno trasmesso una piccola parte di quello che sapevano fare e che mi ha permesso poi di specializzarmi nell'organizzazione di catering e buffet. Certamente quando preparo una serata, io metto del mio, ma molto dipende dalla richiesta di chi mi commissiona il buffet, composizione del menù, apparecchiatura e disposizione del cibo, ecc ecc..Quello che è certo è che chi mi chiama per preparare la propria cena, o festa, sa che metto particolare attenzione alle materie prime, perché credo che in questo momento sia molto importante rivalutare la salubrità di ciò che mangiamo, ponendo attenzione al produttore e al luogo di produzione, privilegiando chi usa prodotti bio, rispettando tradizione e territorio. Sono fermamente convinta che una scelta saggia in materia di cibo renda migliore anche il prodotto finale, privilegiando la qualità per avere un gusto migliore, in cui ogni singolo componente viene armonizzato ed esaltato dall'insieme; chi si affida a me, sa che il buffet non è un semplice buffet, ma il risultato di un' armonia tra sapore e salute, tra ambiente e tradizione, tra gusto e immagine. Inizio oggi una nuova serie del blog dedicata ai buffet, mettendo per la prima volta le immagini di quello che abbiamo creato insieme ai nostri chef al corso di finger food, perciò scusate se la presentazione non è curata nel dettaglio, l'attenzione è tutta posta sul cibo e su come possa essere preparato per renderlo adatto ad un finger food party:
Un buon tiramisù richiede l'uso di un mascarpone cremoso, ma dovendo evitare latte e derivati dobbiamo rinunciare al gusto? Avevo già presentato le mie variazioni sul tema, soprattutto il tiramisù eretico con sola panna vegetale, ma con la scoperta di questo formaggio vegan e il suo aroma delicato alla mandorla, ho preparato uno dei tiramisu' più buoni degli ultimi tempi, così buono che nessuno dei miei commensali si è accorto che non era mascarpone fino a che non l'ho detto..Quindi perchè rinunciare al gusto cremoso del mascarpone se dobbiamo rinunciare ai derivati del latte? Vediamo come preparare un ottimo tiramisù al formaggio di mandorla.
3 uova 100 g zucchero semolato 200 g mandorella 250 g panna vegetale 1 confezione di pavesini caffè zuccherato qb
Tutto inizia da questo ottimo formaggio da latte di mandorla, che profuma di Sicilia. Montate i tre tuorli d'uovo con lo zucchero, fino a che saranno bianchi e spumosi, se non volete mangiare uova crude potete pastorizzarle seguendo il procedimento illustrato QUI. Setacciate il formaggio di mandorla e lavoratelo fino a renderlo cremoso, quindi aggiungetelo alle uova e mescolate delicatamente fino a che sarà ben amalgamato. Montate la panna vegetale; attenzione che sia una buona panna, in commercio se ne trovano di ottime, ma anche di pessime, io mi trovo bene con la panna di soia o di riso. Aggiungete la panna alla crema di uova e formaggio, amalgamate bene e procedete a montare gli strati. Mettere uno strato di crema nel fondo della pirofila, quindi tuffate i pavesini nel caffè in cui avrete disciolto un cucchiaio di zucchero e fate uno strato di biscotti, ancora uno strato di crema al formaggio di mandorla e una spolverata di cacao e granella di mandorle. Conservate in frigo fino al momento di servirla. Il sapore è migliore dopo alcune ore, addirittura il giorno dopo.
Un buon polpettone, con un aroma fresco di finocchio, che ricorda la famosa finocchiona toscana. Da buona toscana sono una estimatrice della finocchiona e del gusto particolare dato dall'aroma dei semi di finocchio, quindi trovo questo polpettone al finocchio particolarmente irresistibile. Gli ingredienti sono più o meno sempre gli stessi, variano il modo di cottura e i tempi, più lenta sarà la cottura, più intenso e ricco sarà il sapore. Vediamo come preparare un buon polpettone al finocchio.
Ingredienti:
500 g macinato di manzo 2 salsicce un cucchiaio di semi di finocchio 1 uovo sale, pepe olio extravergine d'oliva pangrattato qb prezzemolo il succo di un'arancia 200 ml circa di vino bianco
Mescolare il macinato, le salsicce spellate, l'uovo, i semi di finocchio, un pizzico di sale e un pizzico di pepe, un cucchiaio di prezzemolo tritato e un cucchiaio di pangrattato e lavorare tutto insieme fino ad avere un impasto omogeneo. Dare all'impasto la forma del polpettone e passarlo nel pangrattato, quindi disporlo in una pentola dai bordi alti, a cui avrete aggiunto due cucchiai di olio extravergine d'oliva e metterlo su fuoco medio. Rosolarlo da tutti i lati, compreso i laterali, quindi aggiungere il succo d'arancia e cuocere per circa 10 minuti a fuoco basso, poi unire il vino bianco, coprire e lasciar cuocere a fuoco bassissimo ancora per 40 minuti; se necessario aggiungere un pò di acqua in modo che il sughetto non asciughi mai. E' ottimo sia caldo che freddo.
Iniziamo preparando un buon brodo vegetale con poche verdure, basterà uno scalogno, una zucchina, un ciuffo di prezzemolo e un pizzico di sale con un litro e mezzo di acqua ( le verdure per il brodo non sono elencate tra gli ingredienti ). Mettere le verdure nell'acqua fredda e portare a bollire, quindi cuocere ancora 5 minuti e spegnere.
Pulire e tritare lo scalogno, fatelo soffriggere in due cucchiai di olio extravergine d'oliva e quando sarà dorato, aggiungere il riso e tostarlo per un paio di minuti. Iniziare ad aggiungere il brodo poco alla volta e, quando il riso sarà cotto, spegnere e aggiungere il formaggio a scaglie e i semi macinati finemente, per ultimo una spolverata di prezzemolo tritato. Mescolare delicatamente fino a che il formaggio sarà divenuto cremoso e servire caldissimo.
Ecco una torta strepitosa nella sua semplicità:la torta al succo di limone. E' riservata alle persone che amano un forte gusto di limone, il profumo e il gusto sono intensi proprio perché questa torta viene preparata con puro succo di limone, ma non contiene derivati del latte ed è perfetta anche per chi soffre di allergia al Nichel. Io in genere la preparo quando ho 4 limoni provenienti dalla preparazione del limoncello. per la cui preparazione uso solo la scorza e ne risulta una torta soffice, gustosa, agrumata e che si mantiene bene per giorni. Vediamo come prepararla:
Ingredienti:
300 g farina 00 300 g zucchero semolato 3 uova 3 limoni +1 per la glassa 150 g d’olio di riso 1 bustina di lievito chimico 1 pizzico di sale
200 g zucchero a velo
Montare le uova con lo zucchero semolato fino a che saranno bianche e spumose, aggiungere il lievito e e un pizzico di sale alla farina, quindi unirla poco alla volta al composto di uova e zucchero, alternandola con olio e succo di limone. Cuocere in forno caldo a 180° per circa 40 minuti. Prima di tirarla fuori dal forno, fate una prova inserendo uno stecchino pulito al centro della torta al succo di limone; dovrà uscire asciutto perché il dolce sia completamente cotto. Lasciatelo raffreddare prima di sformarlo, quindi ricopritelo con una glassa fatta con 200 g zucchero a velo e il succo del limone aggiunto poco alla volta per ottenere una glassa bianca e consistente. Servire freddo.
Cosa c'è di meglio di un bel piatto di tagliatelle verdi con zucca e salsiccia per iniziare un pranzo rustico? Le tagliatelle sono fatte in casa con una ricetta facile facile e il condimento è veloce e rustico al punto giusto per abbracciare le tagliatelle e lasciarvi gustare ogni boccone completamente. Per completare il pasto potreste abbinare un bel Pollo ripieno, accompagnato da patatine arrosto e insalata di finocchi e arance. Per dolce, sempre per mantenersi sul rustico, suggerirei una bella Pinolata, magari servita con un buonPassito. Ma vediamo come preparare le nostre tagliatelle verdi con zucca e salsiccia per circa 3 -4 persone
Ingredienti per la pasta all'uovo:
Per la pasta all’uovo:
200 g farina 0 1 uovo 1 cucchiaio di olio extravergine d’ oliva 100 g spinaci lessati e strizzati un pizzico di sale
Mettere sulla spianatoia la farina, rompere l'uovo al centro della farina, aggiungere gli spinaci ben tritati con il mixer ( devono essere crema) olio e sale e lavorare fino a che la pasta avrà una consistenza liscia ed elastica; può essere necessario aggiungere un pò di farina durante la lavorazione, ma cercate di non abbondare. Lasciate riposare coperta da un canovaccio per 15 minuti circa, quindi infarinate il piano e stendete la pasta in maniera sottile,infine arrotolatela e tagliatela a fettuccine sottili; se avete la nonna papera stendete la pasta fino al penultimo tasto e poi passatela nel taglia-tagliatelle. Lasciare ad asciugare per almeno 30 minuti su un canovaccio spolverato con semola di grano.
Intanto prepariamo la salsa.
Ingredienti:
300 g polpa di zucca senza scorza 2 salsicce un rametto di santoreggia 1 scalogno olio extravergine d'oliva 1/2 bicchiere di vino bianco
Priviamo la zucca della scorza e tagliamola a cubetti. Puliamo uno scalogno e tagliamolo a cubetti piccoli, quindi mettiamolo a soffriggere con due cucchiai di olio extravergine d'oliva per due o tre minuti a fuoco basso. Uniamo la zucca a dadini allo scalogno, il rametto di santoreggia e lasciamo cuocere per circa 15 minuti, poi aggiungere le salsicce a pezzetti, il vino, mescoliamo e lasciamo cuocere ancora a fuoco basso per 15 minuti, mescolando di tanto in tanto. Intanto mettiamo sul fuoco una capiente pentola d'acqua e quando bolle, aggiungiamo un cucchiaio di olio, aggiustiamo di sale e buttiamo le tagliatelle. La pasta fresca cuoce velocemente, quindi tempo un paio di minuti sarà pronta; scolatela lasciandola umida e aggiungerla al sugo, saltiamola sul fuoco per un minuto senza mescolarla troppo e servire.
Zuppa di carciofi e patate e festa delle donne. Per festeggiare la Festa delle Donne, il comune di San Miniato ha promosso una serie di iniziative che si estenderanno per tutto il mese di Marzo e in questo calendario era presente anche l'associazione culturale " Mangiando Naturale " di cui faccio parte. Concedetemi due parole per spiegare "chi" è l'associazione sul nostro territorio e di cosa si occupa, poi passeremo all'argomento della serata e infine alle ricette legate all'evento. "Mangiando Naturale " è formato da persone consapevoli del valore del cibo e di quanto sia importante riscoprire un mangiar sano, legato alla riscoperta di sapori antichi e di prodotti legati al territorio. Per questo l'associazione si propone di ricercare piccoli produttori locali, che abbiano una forte filosofia bio e un contatto diretto con la realtà in cui vivono; un piatto "naturale" non deve solo essere genuino, ma deve recuperare quel filo che lo teneva ancorato alla sua terra di origine, deve rivalutare la storia del territorio e riproporla in chiave moderna, con una diversa presentazione dei cibi, ma una precisa tutela del modo in cui tali cibi sono stati preparati e sono così giunti fino a noi. Perché questo avvenga è necessaria una condivisione delle scelte da parte dei soggetti, sia pubblici che privati, che operano sul territorio e in questo posso affermare che il comune di San Miniato si sta impegnando già da tempo, perché una nuova realtà sana e tradizionale sia possibile. E' proprio in questo percorso che siamo andati indietro nel tempo per riscoprire il ruolo della Donna all'interno della famiglia, perché la parità non passa solo dalle conquiste sociali, anzi molto spesso quello che la società dà per scontato, non è ciò che accade all'interno delle mura domestiche. Invece il ruolo della donna è fondamentale per il buon andamento della società, è lei che cresce i figli, è lei che educa al rispetto degli altri, è ancora lei che somministra i pasti e regola il modo in cui i famigliari mangiano. Nel corso della riunione è venuto fuori che spesso la donna vorrebbe trascorrere più tempo in casa, avrebbe bisogno di servizi per lasciare i figli in luoghi sicuri qualora scegliesse di lavorare a tempo pieno e soprattutto il lavoro dovrebbe essere una scelta e non un obbligo; basterebbe dare uno stipendio minimo alle donne che scelgono di stare a casa per occuparsi dei figli o di persone che hanno bisogno di assistenza, per creare nuovi posti di lavoro a favore di coloro che adesso sono alla ricerca di un impiego per sfamare la famiglia. Il lavoro come conquista, non come obbligo. Ed è proprio nel valorizzare il ruolo della donna all'interno delle mura domestiche, che abbiamo riscoperto un percorso storico a volte facile ( pensiamo alle donne sumere o micenee ) a volte difficilissimo ( come per le donne ateniesi, cristiane, medioevali, per non parlare dei tempi attuali nei vari stati ), ma soprattutto abbiamo visto come il ruolo della donna sia stato basilare nel difficile periodo della guerra e del razionamento. A questo ci siamo ispirate per proporre piatti poveri ma ricchi di gusto, come la pappa al pomodoro, la ribollita, le cotolette finte, in cui la carne è sostituita da foglie di verdura impanate, la trippa finta, la torta all'acqua, il castagnaccio, la zuppa di cipolle, la frittata dolce e questa meravigliosa
ZUPPA DI CARCIOFI E PATATE:
Ingredienti per 3-4 persone:
3 carciofi 4 patate medie 2 spicchi d'aglio rosmarino sale, pepe olio extravergine d'oliva limone brodo vegetale o acqua
Iniziamo col pulire i carciofi, priviamoli delle foglie esterne più dure, tagliamo le cime e dividiamoli in 4 parti, togliamo anche il centro con le foglie acuminate e immergiamoli in acqua e limone. Sbucciamo le patate, laviamole, asciughiamole e tagliamole a cubetti. Priviamo l'aglio della buccia e tritiamolo grossolanamente insieme al rosmarino. Asciughiamo anche i carciofi e tagliamoli a cubetti. In una casseruola profonda facciamo soffriggere l'aglio e rosmarino in 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva e quando sarà dorato aggiungiamo i carciofi tagliati a cubetti e un bicchiere di brodo o di acqua; lasciamo cuocere piano per 10 minuti, poi aggiungiamo anche le patate, ancora un bicchiere di brodo e lasciamo cuocere piano piano per 15 minuti. Se necessario aggiungere ancora brodo caldo, in modo che la zuppa si presenti della consistenza che voi desiderate. Aggiustate di sale e prima di servire, spolverate con pepe appena macinato.
I biscotti dello stregatto si chiamano così in omaggio al famoso gattone evanescente a strisce di Alice nel paese delle Meraviglie, partorito cinematograficamente dalla fantasia di Walt Disney. Parlerò in uno dei prossimi articoli di Alice letteraria e cinematografica, perché è stata appunto oggetto di uno dei miei incontri letterario-culinari, ma dirò giusto due cose sulla figura del gatto che tanto mi ha affascinato da piccola. Forse sapete ( o forse no, non è importante ), che amo i gatti tantissimo; ecco questo è un gatto che ride ( cosa desiderare di più di una faccia che mostra allegria? ) ma ha un sorriso diverso da quello che ti aspetti, a cavallo tra cortesia e ironia; e il fatto che svanisca lasciando galleggiare quel sorriso in aria, mi ha sempre affascinato, trascinandomi nel vortice delle sue spirali, le strisce che ho riprodotto nei miei biscotti dello stregatto..Vediamo come prepararli:
Ingredienti:
500 g farina 00 280 g zucchero 230 g burro ad alta digeribilità con lattosio inferiore al 0.01% ( potete sostituirlo con burro di soia o margarina ) 50 g cacao amaro 1 uovo + 1 tuorlo 1 pizzico di sale
Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente ( non importa se usate burro di soia ) poi cominciate a lavorarlo con la farina e un pizzico di sale; quando burro e farina saranno amalgamati aggiungete lo zucchero e le uova ( uno intero e un tuorlo ) e amalgamatelo velocemente, quindi dividetelo in due e in una delle metà aggiungete il cacao, amalgamando ancora. Coprite i due composti con pellicola e mettete a riposare in frigo per circa mezzora. Una volta freddata la pasta frolla ( è il segreto per biscotti friabili ) mettetela tra due fogli di carta forno e stendetele separatamente,ritagliatele della stessa dimensione, poi mettete le due metà già stese in modo che quella al cioccolato stia sopra e quella bianca sotto e iniziate ad avvolgerle senza stringere, fino ad avere un salsicciotto. Tagliate a fette non troppo spesse e disponete i biscotti sulla placca del forno, coperta da carta forno. Cuocere a 200° per circa 15 minuti o fino a doratura.
Preparare questi sformatini di zucca è semplicissimo, non hanno derivati del latte, ma un gustoso formaggio vegano con alga nori, che dà un gradevole gusto erborinato, che a me è piaciuto molto. Ho già parlato dei formaggi vegan nella pagina a loro dedicata e che potete trovare cliccando QUI; io ricorro a loro molto spesso, sono ottimi, sostituiscono egregiamente i formaggi classici nelle preparazioni e si sposano perfettamente con gli altri ingredienti. E se pensate che siano di difficile reperibilità vi sbagliate, perché adesso si trovano facilmente anche nei grandi supermercati, quindi non vi resta che provare e decidere se fanno per voi. Vediamo intanto come preparare i nostri sformatini di zucca:
Ingredienti per 2 persone:
300 g polpa di zucca 2 cucchiai abbondanti di formaggio vegan all'alga nori ( blurisella o simili ) 1 uovo 20-30 g pinoli sale, pepe olio extravergine d'oliva pangrattato
Tagliare la polpa di zucca in pezzi e cuocere a vapore fino a che sarà morbidissima. Una volta cotta, schiacciatela accuratamente, aggiungete il formaggio vegan, l'uovo, i pinoli tritati, un pizzico di sale e pepe, un cucchiaio scarso di pangrattato e amalgamate bene. Ungete 6 formine con olio extravergine d'oliva e cospargetele con il pangrattato, quindi riempirle con il composto alla zucca e cuocerle in forno caldo a 200° per circa 20 minuti. Lasciar raffreddare e percorrete il perimetro della formina con la lama di un coltello, prima di estrarre i nostri sformatini di zucca. Serviteli come antipasto o come contorno.
Cosa c'è di più allegro di una decorazione a base di fragole? Ecco perché ho preparato questi classicissimi cupcakes alle fragole, soffici, profumati e colorati. L' occasione è stata un'altra delle mie serate, in cui ho presentato un libro, parlando della storia e dell'autore e aggiungendo qualcosa sulle tradizioni inglesi del tè; ma di questo vi parlerò più avanti, in un'altra occasione. Adesso vorrei descrivervi questi cupcakes alle fragole, facili da realizzare e ancora più facili da mangiare. Naturalmente li preparo normalmente senza derivati del latte, quindi per il mio piacere ( e per quello di coloro che non possono mangiare lattosio e derivati del latte ) darò la ricetta con alternative vegetali, il gusto sarà più ricco se usate panna tradizionale, ma non tradisce neppure nella versione vegetale ;-) Vediamo come procedere per ottenere circa 20 cupcakes:
Ingredienti:
3 uova 200 g di farina 150 g di zucchero 100 ml di olio di semi la scorza grattugiata di un limone non trattato 1/2 bustina di lievito per dolci
2 cucchiai di marmellata di fragole ( a piacere ) 250 g panna ad alta digeribilità con lattosio inferiore allo 0,01% ( 50 g latte di mandorle ) 250 g fragole mature e succose
Montare le uova intere con lo zucchero fino a che saranno bianche e spumose, quindi aggiungere l’olio, un pizzico di sale, la scorza del limone grattugiata, la farina a cui avrete miscelato il lievito e mescolate fino ad ottenere una crema liscia. Riempite i pirottini da muffin per metà e infornate in forno caldo a 180° per mezzora circa. Montare intanto la panna ( se usate panna vegetale, aggiungete un pò di latte di mandorla alla panna liquida prima di azionare il montapanna, servirà a dare profumo e morbidezza alla panna ) e riporre in frigo fino a che i cupcakes saranno freddi. Pulire le fragole e affettarle. Quando i cupcakes saranno raffreddati, siringateli con la marmellata di fragole, poi riempite una sac a poche con la panna, decorate i cupcakes e aggiungete le fragole. Conservare in frigo fino al momento di servire.
Alcune delle mie passioni, oltre la cucina, sono la letteratura e le arti, ovvero pittura, scultura, cinema e teatro e da un pò di tempo ho deciso di unirle per creare qualcosa di particolare e interessante anche per chi mi segue. Questo mio personale percorso ha prodotto alcune serate, ospitate dall'associazione " La Ruga " , in cui ho parlato di un autore diverso ogni volta, analizzando il rapporto tra cibo e personaggi della narrazione, mettendone in evidenza il diverso approccio che sta alla base del ( o dei ) libro presentato. Al termine della relazione ho offerto un assaggio dei piatti descritti nei romanzi, ricreandone ambienti e ricette, che ha reso la serata ancora più interessante per gli ospiti. La prima di queste serate è stata appunto "La cucina di Montalbano", in cui ho mostrato un lato dei romanzi di Camilleri che forse è sfuggito ai lettori più frettolosi: l'amore incondizionato che Montalbano, alter ego di Camilleri, ha per il buon cibo. Parlare di Montalbano è stato facile, Montalbano sono io, golosa, anzi innamorata del cibo e dei numerosi e prodigiosi effetti che la buona cucina ha sulle persone. Parlo di quella sensazione di benessere "che sembra quasi ispirazione divina ", che fa sentire in pace con gli uomini e con Dio ( La forma dell'acqua ). Il cibo non è solo nutrimento, non si mangia in fretta e non si parla mentre si mangia, perché niente deve disturbare quell'equilibrio che si crea tra mente e palato; Montalbano " aveva gana di mangiare godendo vuccuni appresso vuccuni e impiegandoci tutto il tempo che ci voleva" ( Il giro di boa ) Il piacere che gli dà il cibo è così intenso che arriva addirittura a domandarsi se il piacere di un piatto particolarmente piccante sia da paragonarsi a sesso estremo, come vediamo in questo brano " Intercalando le forchettate con sorsate di vino e gemiti, ora di estrema agonia ora di insostenibile piacere ( esiste un piatto estremo come il sesso estremo? Gli venne di spiarsi a un certo punto ) Montalbano ebbe macari il coraggio di mangiarsi col pane il condimento rimasto sul fondo del piatto, asciugandosi di tanto in tanto il sudore che gli spuntava in fronte " ( L'odore della notte ). E come ignorare il fatto che la cucina di Montalbano sia una tipica cucina siciliana, un tuffo nella terra del fuoco e del mare, un' isola in cui piatti dolci e salati non lasciano scampo a chi ama mangiare bene? Quindi bando alle parole e tuffiamoci nelle ricette tipiche, che ho presentato nel corso del tempo in questo blog e che continueranno ad essere presenti in preparazioni future:
Mi piace abbinare gusti nuovi a piatti tradizionali ed è così che sono nate queste lasagne al pesto di pistacchi, fresche, leggere e gustose, senza lattosio e derivati del latte. Potete però scegliere di preparare la besciamella in maniera tradizionale con latte vaccino senza lattosio, il gusto sarà più ricco, ma non varierà in modo sostanziale. Vediamo come procedere per avere un buon piatto di lasagne al pesto di pistacchio:
Ingredienti:
250 g sfoglia per lasagne 1 l circa di besciamella vegan 200 g pistacchi sgusciati 100 ml olio extravergine d'oliva sale pangrattato formaggio vegan no-muh alle noci
Preparate la besciamella vegana secondo la ricetta che trovate QUI e spegnete il fuoco non appena velerà il cucchiaio in modo che rimanga morbida. Prepariamo anche il pesto pestando i pistacchi con un pizzico di sale e aggiungendo poco alla volta l'olio extravergine d'oliva, oppure velocizzate il procedimento mettendo pistacchi, sale e metà olio nel mixer e formando una crema molto morbida, poi aggiungiamo la seconda metà dell'olio e amalgamiamo con un cucchiaio. Prepariamo le lasagne alternando uno strato di pasta sottilissima, uno di besciamella e uno di pesto di pistacchi, terminando con la besciamella, una spolverata di pangrattato e no-muh alle noci grattugiato. Cuocere in forno caldo a 200° per circa 30 minuti. Buone sia calde che tiepide